lunedì 13 ottobre 2008

Sport paralimpico, Pancalli: ''Ancora troppo pochi i tesserati''

Si è conclusa la 3^Giornata Nazionale Sport Paralimpico in dieci piazze italiane. Parla il presidente del Cip: ''Le persone con disabilità tra i 6 e i 40 anni che possono praticare un’attività agonistica sono circa un milione. I tesserati oggi sono 70mila: un numero ancora lontano dalle nostre potenzialità'' 

ROMA - Sport e disabilità: un rapporto in crescita ma dalle potenzialità inespresse. Sono infatti ancora troppo pochi in Italia i ragazzi disabili tesserati presso il Cip, nonostante i successi delle recenti Paralimpiadi di Pechino. Le cause? La mancanza nel nostro paese di una vera e propria cultura sportiva e di strategie di sensibilizzazione in materia. A lanciare l'allarme è il presidente del Comitato paralimpico italiano, Luca Pancalli, che abbiamo intervistato alla vigilia della Giornata nazionale dello sport paralimpico che si svolgerà domani in dieci piazze italiane. 

Ieri è stata la Giornata nazionale dello sport Paralimpico. Che cosa rappresenta per il Cip questa iniziativa? 

Si tratta di un evento molto importante, non si può pensare, infatti, che i successi siano soltanto quelli agonistici. Le medaglie sono belle ma il risultato principale per noi è il numero dei ragazzi disabili che si avvicinano alle attività motorie. La Giornata si iscrive quindi in un progetto più ampio, all'interno, cioè della strategia di promozione della cultura dello sport tra le persone con disabilità, un messaggio che noi portiamo avanti da sempre. 

Attualmente quanti sono i ragazzi con disabilità tesserati presso il Cip? 

I tesserati oggi sono 70 mila. Ancora troppo pochi rispetto al numero dei possibili fruitori dell'offerta sportiva. Se pensiamo infatti che le persone con disabilità tra i 6 e i 40 anni, nell'età cioè in si può praticare un'attività agonistica, sono circa un milione i 70 mila iscritti sono un numero ancora lontano dalle nostre potenzialità. 

Perché succede questo? 

Io credo che questo sia legato al fatto che siamo un paese in cui manca una vera cultura sportiva. In Italia, infatti, non c'è la necessaria valorizzazione di questa materia che dovrebbe essere invece parte integrante della cultura educativa dei ragazzi. A questo si aggiunge una carenza degli impianti. 

Lo slogan scelto per la Giornata è "I campioni sono tutti uguali". 

Sì, questo concetto è legato all'idea del percorso culturale che i ragazzi possono intraprendere attraverso lo sport. La pratica sportiva cancella infatti tutte le disabilità. Non esistono sport speciali per persone speciali. Nel vissuto sportivo si riescono invece a eliminare tutte le differenze. 

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